Una terza ovariotomia : seguita da morte al 20⁰ giorno dall'operazione / per A. d'Antona.

  • Antona, Antonino d'
Date:
[1879?]
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Credit: Una terza ovariotomia : seguita da morte al 20⁰ giorno dall'operazione / per A. d'Antona. Source: Wellcome Collection.

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    III. Fatta la piccola incisione e vuotata in grande parte la cisti, non riuscì difficile lo scollare la membrana cistica nei dintorni della ferita ; se non che le aderenze si faceano più fitte ed insolubile a misura che procedeva innanzi, laonde credetti opportuno allargare la ferita prolungandola di al- cuni centimetri in alto. Fu allora certamente che si scovrirono quelle ge- nerali e strette aderenze. Diversamente avrebbesi potuto dopo la punzione cucire la ferita e terminare la F operazione , la quale sarebbesi ridotta in sostanza ad una semplice paracentesi. L’insolito indurimento indolente che s’osservò fin dai primi giorni esten- dersi per quasi tutta la metà superiore o sopra ombelicale dell’ addome , lo scarso prodotto siero-purulento, che venne a farsi strada per f angolo superiore della ferita dopo otto giorni dall’operazione ed illimitato cavo, che persistette nei giorni consecutivi, significavano sino alla evidenza che tutto quel segmento superiore del cavo cistico era stato obliterato per di- retto accollamento delle pareti cistiche a causa di un’ infiammazione ade- siva. E se le pareti cistiche del segmento inferiore fossero state ugualmente in condizioni da potersi mettere a mutuo contatto , o almeno venire in molto ravvicinamento tra loro, forse lo stesso processo d'infiammazione ed essudato fibrinoso adesivo avrebbe potuto obliterare quel corrispondente cavo cistico, in ugual guisa come avviene la sinechia delle sierose , delle borse mucose , e delle sinoviali per infiammazione adesiva o spontanea , o traumaiica, o medicamentosa. Nel caso in quistione il trauma, le manovre, le lavande erano servite a promuovere quel processo di salutare infiammazione adesiva. La singo- lare osservazione a fare è questa , che 1’ essudato fibrinoso adesivo avea coinvolto eziandio quei tali cordoni intracistici, e per tutta quell’estensione per la quale il cavo cistico s’obliterò. Nel segmento inferiore del cavo, nel quale si poteva comodamente guardare, quei cordoni in parte si mortifica- rono e si separarono, in parte si covrirono di buone e rosse granulazioni. Per dimostrare P importanza vascolare di quei cordoni, ricorderò il se- guente fatto : verso il 12° giorno due di quei grossi cordoni , che attra- versavano il fondo della lesione in basso verso la pelvi comparvero liberi nella loro estremità inferiore. La scontinuazione era avvenuta per necrosi e rammollimento e consecutiva separazione dal punto d’impianto inferiore. Allora pensai tirar fuori i loro capi liberi e notanti, e ligarli separatamente, e più profondamente che si potè. Verso il terzo giorno mi venne in mente tagliare colla forbice quei due monconi, cercando di cadere giusto nel pro- fondo solco che i lacci costrittori aveano scavato; e ciò nulla di meno ebbi oo po’ di sangue , che dovette frenare con un piumacciuolo di sfili ba- gnati in soluzione di percloruro di ferro. Ho bisogno di affermare che se non fosse stato per la medicatura liste- nana, avrei perduto la inferma o per acuta ed estesa infiammazione ico- rizzata della crisi e suo contenuto, o per conseguente peritonite , o per setticemia consecutiva immediata?